Pizza e Pasta italiana
The magazine born in 1989 is most renown worldwide by professionals and more in general by the food service industry. More than 25 years of specialized publishing business for professionals. Browse through the online magazine – we keep the world’s professionals up-to-date and in touch: trends, products and technology news, in depth studies and surveys and special issues.
Editoriale del Mese
Caro 2025,
sei stato un anno complicato, lasciamelo dire. Ho come l’impressione che tu abbia trascinato questo mondo nella condizione in cui si trova il brodo in una pentola a pressione. Un brodo con tante carni diverse, di qualità diverse, di frollature diverse. Un brodo che sta cuocendo a fuoco vivace ma senza nessuno che ne governi davvero la cottura e che sappia dirci quando è il momento di spegnere la fiamma, prima che il blocco leva si spezzi, trasformando in spazzatura la nostra ricetta e costringendo, poi, chi entrerà in quella cucina a pulire e a provare a rimettere a posto. Credo che la metafora sia troppo semplice per dovertela spiegare ma ti faccio qualche esempio: la barbarie tra Israele e Palestina, che fa chiedere agli opinionisti da poltrona se sia o non sia definibile genocidio quanto sta accadendo o addirittura ci impone di “definire bambino”, come se l’orrore verso l’umanità abbia un’età in cui possa essere giustificato; l’eutanasia auto-somministratasi dalle gemelle Kessler, che ci fa domandare se sia più giusto amarsi l’un l’altro o amare la vita, indipendentemente da chi ci vive accanto e in che modo; il ricatto dei dazi, che fa schierare una parte della classe politica a favore di un Paese estero (“nostro alleato”, dicono) ma contro il nostro stesso organismo sovranazionale (l’UE) e un’altra a supporto della classe imprenditoriale italiana ma senza fatti concreti; il dissidio tra famiglia e società, che impone di allontanare i figli da chi ha scelto di vivere in un bosco ma continua a sopportare le condizioni igienico-sanitarie quantomeno discutibili dei tanti campi Rom sparsi sui nostri territori.
sei stato un anno complicato, lasciamelo dire. Ho come l’impressione che tu abbia trascinato questo mondo nella condizione in cui si trova il brodo in una pentola a pressione. Un brodo con tante carni diverse, di qualità diverse, di frollature diverse. Un brodo che sta cuocendo a fuoco vivace ma senza nessuno che ne governi davvero la cottura e che sappia dirci quando è il momento di spegnere la fiamma, prima che il blocco leva si spezzi, trasformando in spazzatura la nostra ricetta e costringendo, poi, chi entrerà in quella cucina a pulire e a provare a rimettere a posto. Credo che la metafora sia troppo semplice per dovertela spiegare ma ti faccio qualche esempio: la barbarie tra Israele e Palestina, che fa chiedere agli opinionisti da poltrona se sia o non sia definibile genocidio quanto sta accadendo o addirittura ci impone di “definire bambino”, come se l’orrore verso l’umanità abbia un’età in cui possa essere giustificato; l’eutanasia auto-somministratasi dalle gemelle Kessler, che ci fa domandare se sia più giusto amarsi l’un l’altro o amare la vita, indipendentemente da chi ci vive accanto e in che modo; il ricatto dei dazi, che fa schierare una parte della classe politica a favore di un Paese estero (“nostro alleato”, dicono) ma contro il nostro stesso organismo sovranazionale (l’UE) e un’altra a supporto della classe imprenditoriale italiana ma senza fatti concreti; il dissidio tra famiglia e società, che impone di allontanare i figli da chi ha scelto di vivere in un bosco ma continua a sopportare le condizioni igienico-sanitarie quantomeno discutibili dei tanti campi Rom sparsi sui nostri territori.
Quanto manca davvero affinché scoppi quella pentola di cui sopra? Spero non sia il 2026 a dircelo. Poiché, però, mi fido di te, ti chiedo un favore: regala al tuo erede, in queste festività, una parola, che oggi è così in disuso: comunità. In un mondo che ha sete di leadership, io penso infatti che ci sia bisogno di tornare a “pensarci insieme”. E mi auguro sia questa la trasformazione che ci riserverà l’anno che sta arrivando.
E, sì, lo sappiamo che la colpa non è tua ma nostra e che quelli complicati siamo noi ma aiutaci a lavorare, perché “il nuovo anno tra un anno passerà” (come dice una celebre canzone)… ma noi vorremmo esserci ancora, magari più buoni, più onesti con noi stessi e più giusti.
E, come si dice dalle mie parti, “buona fine e buon principio”.
nio
di Antonio Puzzi
Selection
A precious condensate of more than 30 years of experience, research and surveys on the most popular topics, such as pizza, pasta, food and wine culture.
December 2025
SIRHA BAKE & SNACK 2026 : L’IMPERDIBILE APPUNTAMENTO...
Da domenica 18 a mercoledì 21 gennaio 2026, Sirha Bake & Snack ospiterà oltre 450 espositori e marchi, di cui il 15%...
November 2025
Le altre farine
La storia gastronomica del nostro Paese è contrassegnata spesso da ricette che derivano più dalla necessità che dal...
November 2025
Pizza (re)connection
Giusy Ferraina racconta il suo primo libro con Antonio Puzzi. E così hai scritto un libro… Così pare. Fino a qualche...

