Servire la birra nel modo corretto è importante almeno quanto produrla. Rappresenta l’atto finale di un percorso che porta il consumatore a diretto contatto con il prodotto. La prima cosa da fare è scegliere il bicchiere più adatto, ricordando che birre poco complesse, come le Pilsner, hanno bisogno di bicchieri stretti e alti, per meglio concentrare gli aromi e per aiutare la persistenza della schiuma. Birre molto complesse e alcoliche richiedono bicchieri larghi, per dare la possibilità agli aromi di potersi aprire maggiormente dopo la mescita.
Altro parametro da non trascurare è la temperatura di servizio. Mai servire la birra sotto i cinque gradi centigradi, perché sotto quella temperatura le papille gustative non percepiscono il gusto. In genere la temperatura di servizio segue il grado alcolico, con un valore che in linea generale può essere di due punti superiori a quello dell’alcool della birra. Per esempio, una birra di 7 gradi alcolici può essere servita a 9 gradi centigradi.
Veniamo alla mescita, distinguendo quella in bottiglia da quella alla spina. Quando si serve la birra dalla bottiglia, ci assicuriamo di inclinare, nella prima parte, il bicchiere di 45° per poi portarlo in posizione verticale ma mano che si riempie il bicchiere. Fondamentale in questo caso che si crei un bel cappello di schiuma. Questo protegge la birra dall’ossidazione e ci permette di stabilire se abbiamo lasciato liberare in maniera efficace l’anidride carbonica in eccesso presente nella birra, che va smaltita durante la mescita per evitare di ingerirla e percepirla durante il sorso come eccessiva frizzantezza.
La spillatura viene effettuata con diverse tecniche. Quella tedesca prevede che il bicchiere resti lontano dal rubinetto, con la birra che viene lasciata cadere in maniera da indurre l’anidride carbonica a “rompersi” ed essere liberata nell’aria. Questa operazione viene effettuata tre volte, fino ad ottenere un cappello di schiuma alto che fuoriesce dal bicchiere, e dura intorno ai 7 minuti.
Altra spillatura è quella belga, con il bicchiere inclinato nella fase iniziale a 45 gradi, poi messo verticale man mano che si riempie. Alla fine viene lasciata fuoriuscire una parte della schiuma, poi “tagliata” da una spatola che lascia in bella vista una schiuma fine e compatta lungo tutta la sua altezza. Diverse sono le tecniche della spillatura anglosassone. Mentre le prime due descritte vengono realizzare con il supporto della bombola di CO2, quella d’oltremanica utilizza altre tecniche. La tradizionale da cask, tipica botte inglese, prevede un semplice rubinetto per riempire il bicchiere a caduta. Un’alternativa alla spillatura a caduta è quella a pompa che, per effetto di un sistema di depressione manuale dell’aria, riempie il bicchiere senza l’ausilio di gas aggiunti. Ultima tipologia di spillatura, tipica delle Stout, è quella al carboazoto, che permette di avere una schiuma fine e compatta, tipica delle birre nere irlandesi.