Le Porcherie in Cucina
Per una ristorazione di qualità serve molta serietà nello scegliere le materie prime, cosa che spesso non succede.
Nel vasto e complesso mondo della ristorazione italiana – e internazionale – ci sono molte problematiche dovute anche alla non ancora superata crisi economica, alle preoccupazioni della gente per il futuro, al cambiamento di abitudini dei consumatori, ecc., ma ciò non deve consentire l’introduzione nei ristoranti di materia prima di qualità scadente se non pessima (come purtroppo succede ancora).
Ci sono prodotti base che devono essere sempre di sicura e confermata qualità, come il pane, la pasta, la carne, il pesce, l’olio extravergine d’oliva, le verdure e la frutta.
Nella ristorazione c’è ancora troppo pane cattivo, quando basta o farlo in casa come lo fanno i più seri artigiani del pane (con almeno 18 ore tra impasto, lievitazione cottura) o acquistarlo giornalmente proprio da costoro. Portare in tavola pane fatto in poche ore, o acquistato surgelato da qualche grossista, scongelato e scaldato al momento di mandarlo in tavola significa non avere alcun rispetto per i propri clienti.
Lo stesso dicasi della pasta: non è difficile né costoso acquistare della pasta davvero buona ottenuta da grano italiano prodotto in Italia (piuttosto che da grano importato non si sa da dove e come prodotto), meglio ancora se fatta in piccoli e seri laboratori – ce ne sono in ogni città - che garantiscono ogni giorno pasta fresca – semplice o anche farcita (come tortelli, ravioli, ecc.) – oppure produrla direttamente nell’apposito laboratorio del ristorante partendo da farine serie, meglio se di grani antichi o comunque italiani (quindi di filiera corta), come il Khorasan prodotto in Puglia e regioni vicine, il Gentil Rosso, il Tumminia, ma anche il Farro e altri cereali prodotti in Italia da sempre.