Cosa comporta una dieta senza glutine?
La dieta senza glutine non va intesa come sostituzione dei prodotti a base di frumento con alternative prive di glutine. Include infatti una vasta gamma di alimenti naturalmente privi di glutine come legumi, carne, pesce, formaggi, ortaggi, verdure e altri cereali come riso, mais, quinoa, sorgo, miglio e amaranto. Questi alimenti costituiscono la base di una dieta senza glutine, offrendo una varietà di nutrienti essenziali. Falsi miti portano spesso a pensare che una dieta senza glutine sia associata a prodotti sostitutivi ad alto contenuto di zuccheri e grassi. Tuttavia, la realtà è diversa: negli ultimi anni, l’industria alimentare ha compiuto sforzi significativi per migliorare la qualità nutrizionale dei prodotti senza glutine. Ciò ha portato a un’ampia gamma di alternative più bilanciate e nutrizionalmente simili ai prodotti contenenti glutine. A livello mondiale, più della metà della popolazione segue naturalmente una dieta senza glutine, basata su cereali come riso e mais. Questa pratica, diffusa in molte culture, offre una varietà di opzioni alimentari che non dipendono dal frumento, fornendo un’ampia gamma di nutrienti. I benefici di una dieta senza glutine partono dall’ampliamento delle opzioni alimentari. Una dieta senza glutine, se ben bilanciata e varia, può offrire vantaggi come l’introduzione di una più ampia varietà di cereali nella propria alimentazione. In paesi come l’Italia, dove il frumento è predominante, questa diversificazione potrebbe portare ad arricchire il nostro regime alimentare e, nel contempo, bilanciarlo.
La “moda” del gluten free
Mangiare senza glutine viene spesso definita una moda, denigrando tutti quelli che mangiano senza glutine in assenza di patologie, che richiedono necessariamente questo regime alimentare. Ma chi lancia le accuse dimentica due fattori importanti. Il primo è di natura salutistica: se si definiscono i prodotti senza glutine dannosi per la salute del non celiaco perché ricchi di grassi e zuccheri, non capisco perché questo consiglio a non consumarli non debba essere esteso anche ai celiaci.
Si pensa forse che loro possano correre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete solo per sostituire il glutine? L’altro elemento è di natura commerciale. Se non ci fossero stati così tanti consumatori a mangiare senza glutine in Italia (21% della popolazione - dati Eurispes 2023), oggi sul mercato non ci sarebbe questa vasta scelta di alimenti senza glutine. Basta fare un giro tra gli scaffali di un supermercato per vedere quanta offerta è disponibile oggi.