Donne di periferia
4 storie al femminile lontane dalle metropoli
È strano come le grandi città della pizza in Italia non abbiano pizzaiole donne di riferimento. Pensateci bene: se escludiamo Napoli, dove esiste una relazione quasi genetica tra la pizza e chi la fa, tra i tanti nomi di spicco di Roma e Milano non compaiono riferimenti femminili. Strano, ma vero.
Se invece proviamo a spostarci dalle luci del centro e ci concentriamo sui contorni delle aree metropolitane, le cose cambiano. È proprio fuori dal rumore cittadino, dal traffico, dai clamori, che alcune pizzaiole hanno deciso di lavorare, rimanendo fedeli al loro territorio, a quei piccoli borghi dove sono cresciute, a quelle periferie da dove parte la loro rivoluzione. Proprio così: una rivoluzione pacifica fatta di lievito e farina, che si alimenta di passione, della forza personale di ognuna, dai valori che si portano dietro. Tutte le pizzaiole che ho conosciuto sono accomunate da un’energia positiva, hanno gli occhi che brillano e sorridono sempre, e intorno a loro si crea una sorta di magia. Il loro mondo fatto di vita di provincia, che sembra defilato dalle mode, diventa un nuovo centro di gravità e proprio loro ne sono le artefici.