Attrezzature professionali, l'altra faccia del Made in Italy di successo!
di Caterina Orlandi
Come avviene la cottura all'interno della pizza?
Tornando al processo di formazione della pizza è da dire che il “buono” della pizza, per molti, è la succulenta “crosta”. Ora, fra i 120 e i 140 °C di temperatura, il responsabile del colore e dell’aroma della buona crosta della pizza, è proprio e sempre l’amido. Cotto in ambiente secco ad alte temperature si trasforma in molecole più piccole chiamate “destrine” che, diventando di un colore scuro, emanano profumi ed aromi gradevoli. La crosta si ispessisce, si ha la caramellizzazione degli zuccheri residui ed iniziano quelle che sono chiamate reazioni di Maillard che coinvolgono zuccheri e proteine e che provocano la sua colorazione. Le reazioni di Maillard sono dovute all’interazione di zuccheri riducenti e proteine con formazione di composti di un colore bruno e con gradevoli aromi caratteristici di “ben cotto” che la pizza assume.
A colloquio con Guido Perin
Prof. Guido Perin, chimico igienista. E’ stato Assistente Ordinario alla Cattedra d’Igiene, Specialista in Igiene Pubblica e Libero Docente in Igiene Generale nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Padova.
Già Professore Associato di Chimica dell’Ambiente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stato relatore e correlatore ufficiale di oltre 250 tesi di Laurea, di specializzazione (alcune in collaborazioni internazionali), e di Dottorato, per studenti di Biologia, Scienze naturali, Farmacia, Agraria, Chimica pura ed industriale, Ingegneria e Medicina.
Ha insegnato anche all’Università di Udine, alla UERJ (Universidade do Estato de Rio de Janeiro), alla PUC (Ponti ca Universidade Catolica) di Rio de Janeiro, alla UNIVILLE di Joinville, alla USP di San Paolo in Brasile ed alla UBA di Buenos Aires in Argentina.
Da un punto di vista nutrizionale sono preferibili gli alimenti meno cotti? Se sì cosa si dovrebbe fare per poter salvaguardare gli alimenti in fase di cottura? E per gli ingredienti della pizza?
L'olio rappresenta un ingrediente fondamentale nella pizza, qualitativamente è preferibile utilizzare olio di semi o olio d'oliva?
L’olio extravergine di oliva è stato ormai riconosciuto un alimento benefico per tutta una serie di motivi e azioni sull’organismo, e, tra i tanti, c’è anche l’effetto sul colesterolo. Tuttavia qualcuno potrebbe scalzare l’olio d’oliva dal trono: è l’olio di mais che, secondo un nuovo studio (fonte New Study Finds Corn Oil Superior to Extra Virgin Olive Oil in Lowering Cholesterol), sarebbe in grado di abbassare significativamente il colesterolo, apportando cambiamenti più favorevoli nel colesterolo totale (TC) e nel colesterolo LDL-C (quello cattivo). I risultati, avrebbero dimostrato che l’olio di semi di mais abbassa i livelli di colesterolo LDL del 10,9%, rispetto alla diminuzione del 3,5% operata dall’olio extravergine di oliva. Per quel che riguarda il colesterolo totale, l’olio di mais abbasserebbe il livello dell’8,2%, rispetto all’1,8% dell’olio extravergine di oliva.Per i non esperti è da ricordare come, storicamente, si è sempre messo in evidenza una correlazione tra la componente di acidi grassi saturi dei grassi e patologie cardiologiche o del metabolismo. In ogni caso, fino alla presenza di ricerche complete che affermino il contrario, tale correlazione ha presa in seria considerazione ed applicata, di conseguenza, nelle diete che gli adulti ed in particolare dei bambini.
È importante considerare, ad esempio, una ricerca del 2005 (Costarica, ricerca su una popolazione di 2111 soggetti) fatta dalla School of Public Health dell’Università di Harvard che definisce chiaramente provato statisticamente, come l'uso intensivo in un paese del Centro America di un olio (ricco per il 50% di acidi grassi saturi e usato diffusamente in loco) confrontato con altri oli di cottura era associato in modo indipendente con l’aumento del rischio di infarto del miocardio nella popolazione. E questo olio aveva da 3 a 6 volte il contenuto in acidi grassi saturi rispetto all’olio di oliva (51% contro 8-14%).
Quindi, come si può vedere, la scelta del pizzaiolo di usare olio d'oliva nell'impasto per la pizza trova una giustificazione non solo tecnologica ma anche, e forse più significativa, della qualità del prodotto finale.
Alla base della dieta mediterranea ci sono i cereali e i loro derivati, compresa la farina. Questo è l'ingrediente fondamentale per preparare un impasto, ma cosa dobbiamo osservare durante la fase di cottura? Gli eventuali residui - o ceneri - da che cosa provengono? E che rischi comportano? Capita infatti che si tenda a giudicare come appetibile un alimento - compresa la pizza - che presenta delle bruciature...
Ad esempio, in una ricerca effettuata per conto di una nota trasmissione televisiva (Bernardo Iovene, Report Ingrassare il pianeta - Rai.it <www. report.rai.it/.../Report 31 Mag 2015 - Il 90% dei cornetti e le brioche vendute su territorio nazionale sono fatti con la margarina, ... Promo Report domenica 15 Novembre 21.45 Rai3), che indaga frequentemente situazioni di crisi in campo sociale, si sono riscontrati, in campioni di pizza correttamente e analizzati, diversi idrocarburi polinucleari cancerogeni come riportato nella tabella.
E' importante tenere sempre pulito il forno?
I consigli da dare ad un pizzaiolo per garantire una pizza buona e sana
Il secondo punto è quello di evitare assolutamente la “bruciatura” della crosta arrivando al giusto colore scuro bruno ma senza la carbonizzazione. Analogamente, evitare che il “sottopizza” sia sporcato degli stessi residui della combustione che, sempre, contengono composti pericolosi per la salute.
E quelli da dare al consumatore
La pizza: un alimento sicuro!
Colloquio con Francesco Esposito
Dott. Francesco Esposito, Ph.D. : Dottore di ricerca in Scienze delle Produzioni Agroalimentari, attualmente Assegnista di ricerca presso L'Università degli Studi di Napoli Federico II. Tra i suoi ambiti di ricerca figurano l'igiene ambientale e igiene degli alimenti, in particolar modo la ricerca e il dosaggio in matrici alimentari di contaminanti chimici tra cui distruttori endocrini, idrocarburi policiclici aromatici, acrilammide e micotossine e relativo studio dell'esposizione della popolazione a tali composti.
Ci sono rischi dovuti ad una eccessiva cottura della pizza?
Ci sono dei fattori che possono incidere negativamente sulla cottura di una pizza?
Durante la combustione del legno - se parliamo di forno a legna - è preferibile utilizzare legna naturale oppure eventuali solventi e vernici possono risultare dannose?
Quali sono i rischi dati dal non utilizzare cibi tracciati in pizzeria?
Le risposte delle aziende produttrici e dei loro leader
- "Quali sono le caratteristiche tecniche fondamentali (che non possono mancare) e i parametri più importanti che un pizzaiolo deve guardare per decidere l’acquisto di un’attrezzatura?”
- “Quali sono le caratteristiche distintive dei vostri prodotti?”
- “Ci sono delle novità in previsione dei prossimi mesi? Se sì ci può anticipare qualcosa? Quali sono i punti di forza della vostra azienda?"
I punti di forza della nostra azienda sono svariati:
• La produzione, sia standard sia customizzata, è interamente italiana.
• Abbiamo un know-how specializzato e poniamo la massima attenzione alle specifiche esigenze di ogni cliente.
• Effettuiamo consegne in tutto il mondo.
Una novità che interesserà la nostra produzione nei prossimi mesi sarà un’ulteriore crescita e specializzazione del servizio di personalizzazione dei prodotti: vogliamo aumentare il numero di collaborazioni dirette con professionisti e scuole di formazione dotandoli di soluzioni performanti realizzate su misura delle loro specifiche esigenze";
Come orientarsi nella scelta delle attrezzature per il locale
Chi è già in possesso di un locale dovrebbe sapere quali sono le proprie esigenze, ma chi si trova per la prima volta ad avviare un’attività si trova di fronte a tantissime proposte: dal classico “chiavi in mano” alle soluzioni più innovative in termini di materiali, componenti e servizi. Prima di scegliere il tipo di attrezzature che si andranno ad utilizzare è opportuno tenere in considerazione alcuni importanti fattori, quali il budget che si ha a disposizione, il tipo di locale che si intende avviare, lo spazio che si intende dedicare alle attrezzature e verificare se ci sono o meno sgravi fiscali, finanziamenti o detrazioni fiscali sull’acquisto.
A come acquisto
B come bassi consumi
C come cottura e scelta del forno giusto
D come durevole, meglio nuovo o usato?
di Patrizio Carrer
Rinnovare e aprire un locale, cosa fare?
La ringraziamo per la disponibilità, la nostra rivista si rivolge a pizzaioli, chef e professionisti del settore che spesso scelgono di diventare imprenditori - se già non lo sono - e decidono di aprire un'attività. Come sono importanti le materie prime e la professionalità di chi lavora, anche l'aspetto del locale e la sua posizione fanno la differenza. E' importante in questo caso rivolgersi a un professionista...
Disposizione del locale: è preferibile un open space? Oppure è meglio avere delle zone divise e ben riconoscibili?
L'ottimizzazione degli spazi in sala è fondamentale: se lo spazio è poco, quali sono i consigli per avere un locale funzionale ed accogliente?
In merito ai materiali da utilizzare per gli arredi - sia da un punto di vista igienico/normativo, sia da un punto di vista di convenienza economica, cosa è preferibile utilizzare?
L'utilizzo di materiale usa e getta, come piatti e tovagliato, vanno integrati con l'ambiente del locale?
Qual è la disposizione ideale della zona di cucina (a vista o meno, posizionamento delle strutture di aspirazione)?