Formazione Italiana all’estero: come avete organizzato lo scambio con altre nazioni, come preparate i docenti, in che modo “fate la differenza” rispetto ad altri istituti italiani ed esteri?
Sara Bitti: “Alba Accademia Alberghiera ha un’offerta formativa articolata per tipologia di utenza e fascia di età: dai ragazzi che la scelgono per i propri studi superiori, agli adulti che cercano un aggiornamento professionale o vogliono trovare lavoro nel settore grazie a corsi di upskilling e reskilling, fino alle imprese del mondo Horeca che necessitano di formazione specializzata in ambito gastronomico e turistico. Per non parlare del Wine & Spirit Education Trust (WSET) leader mondiale nella formazione dedicata ai vini di cui Alba Accademia è Approved Programme Provider per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Questa poliedricità è la chiave del nostro successo a livello internazionale, poiché docenti e chef hanno nel tempo acquisito know-how e competenze scalabili che permettono loro di rapportarsi con diverse utenze italiane e straniere sempre con il corretto livello di interazione. A questo, va aggiunta tutta una serie di competenze progettuali e di project management che ci permettono di essere protagonisti in Europa e nel mondo. Alba Accademia infatti si relaziona con oltre 53 partner internazionali per diversi progetti, molti dei quali finanziati dalla Comunità Europea, su azioni di capacity building, innovazione e scambio di competenze nel settore enogastronomico e turistico. Lo stile? È quello dell’“learning by doing”, che nasce dall’esperienza maturata in oltre 65 anni di attività come Agenzia di Formazione Professionale, dove le ore di pratica di laboratorio sono fondamentali per quantità e qualità. È un approccio che gli studenti stranieri apprezzano moltissimo e che trova proprio nel mondo dell’enogastronomia l’ambito di sua massima efficacia.”
Luca Gaccione: “La scuola predilige uno stile di insegnamento fondato su due pilastri inscindibili: la teoria e la pratica sono due componenti essenziali che si completano a vicenda. La componente teorica è cruciale per fornire agli studenti una conoscenza approfondita delle materie prime. L’obiettivo è trasmettere una comprensione che vada oltre la semplice tecnica, stimolando la capacità di innovare e proporre nuove soluzioni nel mercato della ristorazione. La dimensione pratica è altrettanto fondamentale. Gli studenti vengono coinvolti attivamente, mettendo le mani in pasta durante tutte le fasi di preparazione. Dall’impasto alle successive lavorazioni, l’esperienza diretta diventa elemento centrale del processo di apprendimento. I progetti internazionali rappresentano un punto di forza della scuola, con una strategia di scambio culturale accuratamente sviluppata. Un esempio significativo è l’esperienza biennale in Brasile, dove vengono presentati diversi stili di pizza attraverso la partecipazione a importanti fiere internazionali, come quella di San Paolo. Nel corso di questi eventi, vengono illustrate le sfumature della pizza italiana: dalla versione napoletana classica alla pizza in teglia, fino alla pizza in pala. Il programma “Incoming Brasile” offre un corso di alta formazione in Italia per studenti brasiliani, che va ben oltre la semplice tecnica di preparazione. Aspetto distintivo di questi scambi è la componente culturale: gli studenti stranieri vengono accompagnati in visite guidate per conoscere il territorio italiano, scoprendo i segreti di produzioni simbolo del Made in Italy. Da Venezia alle cantine del Prosecco, dai tour negli stabilimenti di prosciutto crudo alle fabbriche di Parmigiano Reggiano e Aceto Balsamico di Modena, ogni tappa è un’immersione nella cultura enogastronomica italiana. Dall’esperienza diretta emerge che i Paesi più ricettivi verso la cultura culinaria italiana sono l’Australia, con la sua massima curiosità e attenzione, seguita dal Brasile e dal Giappone. Quest’ultimo si distingue per una capacità di apprendimento manuale particolarmente sorprendente, con studenti in grado di apprendere le tecniche di preparazione della pizza in tempi incredibilmente brevi. L’obiettivo finale va oltre la formazione di semplici professionisti: si mira a creare veri ambasciatori del Made in Italy, capaci di trasmettere l’autenticità e la profondità della cultura enogastronomica italiana in ogni angolo del mondo.”
Un aspirante cuoco di un altro Paese cosa trova nella vostra scuola? Se e come avete creato progetti di scambio Italia/estero? Quali sono i Paesi più attenti e rispettosi della cucina italiana o degli stili di cucina?
Sara Bitti: “Grazie ad un lavoro costante nel tempo, Alba Accademia Alberghiera fa ora parte di reti di partnership e visibilità, sia in Italia, come l’Associazione delle Scuole di Alta Formazione della Ristorazione di Fipe/Confcommercio, sia a livello internazionale come il Thematic working group on tourism o l’European Association of Hotel and Tourism Schools, solo per citarne alcune. Queste reti e altre relazioni internazionali ci hanno portato visibilità in una platea di oltre 250.000 professionisti e studenti in 4 continenti e che solo nel Nord America coinvolge college e università di 5 Stati. È da questa platea che provengono gli studenti e i docenti di scuole, college e università che scelgono i nostri programmi incoming di alta formazione enogastronomica. E devo dire che tutti, soprattutto gli americani e i nord europei, hanno un approccio molto rispettoso della nostra cucina e rimangono letteralmente affascinati dalle eccellenze rappresentate dai piccoli produttori locali.”
Luca Gaccione: “Abbiamo voluto distinguere la Scuola Italiana Pizzaioli da altre realtà formative garantendo la certificazione del metodo d’insegnamento e sedi attrezzate con le tecnologie più avanzate, pensate per migliorare la qualità del lavoro e ottimizzare l’apprendimento. Ogni sede è stata progettata seguendo un format uniforme, con ambienti accoglienti e strumenti di ultima generazione, per assicurare un’esperienza didattica all’altezza delle aspettative. In tutte le nostre sedi, gli studenti hanno accesso a una vasta gamma di attrezzature professionali, comprese impastatrici di ogni tipo: a forcella, a spirale e a braccia tuffanti. Questo permette loro di acquisire familiarità con le diverse tecnologie utilizzate nel settore, comprendendo sia i punti di forza sia i limiti di ogni strumento. Così, quando si troveranno a lavorare in un’azienda che utilizza una specifica attrezzatura, saranno già preparati a gestirla con competenza. Lo stesso approccio è adottato per i forni: le nostre sedi dispongono di forni a legna e forni elettrici, per consentire agli studenti di sperimentare tecniche di cottura diverse. Questo non solo li aiuta a comprendere quale tipo di forno sia più adatto al loro stile di pizza – dalla pizza in pala alla pizza napoletana classica – ma anche a sviluppare una visione più chiara delle scelte professionali future. Ad esempio, il forno elettrico è ideale per chi desidera lavorare su prodotti specifici come la pizza in pala, mentre il forno a legna, oltre a offrire un’eccellente resa scenografica, resta un’icona della tradizione italiana per la pizza napoletana. Il nostro obiettivo è che ogni aspirante pizzaiolo, sia in Italia che all’estero, trovi nelle nostre sedi un ambiente completo, in grado di offrire tutti gli strumenti necessari per intraprendere un percorso professionale di successo. Siamo convinti che questa attenzione alla qualità e all’innovazione ci renda la scelta ideale per chi desidera crescere nel mondo della pizza.”