I NUOVI PROFESSIONISTI DELLA RISTORAZIONE
Per meglio capire in quale direzione vada il mondo della ristorazione desidero ricordare ai nostri lettori due ampi servizi giornalistici apparsi sulle riviste specializzate: il primo all’inizio della pandemia, mentre il secondo
è uscito solo qualche mese fa. Nel primo si raccontava dei favolosi incassi dei ristoranti stellati, con i più importanti che mettevano in banca annualmente cifre sbalorditive. Il servizio giornalistico più recente raccontava invece della crisi che ha colpito i ristoranti più famosi, a cominciare da quelli con tre stelle, alcuni dei quali, sia in Italia che all’estero, hanno dovuto ridimensionarsi o chiudere (come El Bulli di Ferran Adrià e il Noma di René Redzepi) per troppo passivo o per insostenibilità dei costi. Allora è da chiedersi se conviene ancora che un serio professionista della ristorazione insegua disperatamente le stelle o non è forse meglio, come fece Gualtiero Marchesi, impegnarsi a valorizzare al meglio la propria alta professionalità e il proprio locale, cancellando le stelle dal proprio ristorante? Ci sono stati in Francia dei cuochi che per la perdita d’una stella si sono addirittura suicidati e la domanda che molti in quei casi si sono fatti: ne è valsa la pena? Non è certo colpa della Guida Rossa se sono successi suicidi e fallimenti, penso piuttosto che i media – stampa e TV – sulle stelle ci abbiano giocato e continuino a giocarci molto e le abbiano pompate fin quasi a farle scoppiare, mettendo in difficoltà, a volte molto seria, dei bravissimi cuochi, le loro aziende e le loro famiglie.
è uscito solo qualche mese fa. Nel primo si raccontava dei favolosi incassi dei ristoranti stellati, con i più importanti che mettevano in banca annualmente cifre sbalorditive. Il servizio giornalistico più recente raccontava invece della crisi che ha colpito i ristoranti più famosi, a cominciare da quelli con tre stelle, alcuni dei quali, sia in Italia che all’estero, hanno dovuto ridimensionarsi o chiudere (come El Bulli di Ferran Adrià e il Noma di René Redzepi) per troppo passivo o per insostenibilità dei costi. Allora è da chiedersi se conviene ancora che un serio professionista della ristorazione insegua disperatamente le stelle o non è forse meglio, come fece Gualtiero Marchesi, impegnarsi a valorizzare al meglio la propria alta professionalità e il proprio locale, cancellando le stelle dal proprio ristorante? Ci sono stati in Francia dei cuochi che per la perdita d’una stella si sono addirittura suicidati e la domanda che molti in quei casi si sono fatti: ne è valsa la pena? Non è certo colpa della Guida Rossa se sono successi suicidi e fallimenti, penso piuttosto che i media – stampa e TV – sulle stelle ci abbiano giocato e continuino a giocarci molto e le abbiano pompate fin quasi a farle scoppiare, mettendo in difficoltà, a volte molto seria, dei bravissimi cuochi, le loro aziende e le loro famiglie.