Oppure addentrarci in una questione tutta filosofica e rispondere come Giordano Bruno: “Se il punto non differisce dal corpo, il centro da la circonferenza, il finito da l’infinito, il massimo dal minimo, sicuramente possiamo affermare che l’universo è tutto centro, o che il centro de l’universo è per tutto, e che la circonferenza non è in parte alcuna per quanto è differente dal centro, o pur che la circonferenza è per tutto, ma il centro non si trova in quanto che è differente da quella”.
In parole povere, vuol dire che la verità è negli occhi di chi la scrive. Per comprendere ci. che intendo, vi faccio alcuni esempi: l’edizione online del celebre magazine Focus pubblica al momento della scoperta un articolo firmato da Elisabetta Intini con il titolo “È una pizza, quella raffigurata in questo affresco scoperto a Pompei?”.
Poi, però, ripensandoci, corregge il tiro e oggi la notizia è in rete titolata come: “Non può essere una pizza, quella raffigurata in questo affresco scoperto a Pompei”. Decisamente più salomonica è la scelta di Sky Arte che punta su un “Da un affresco di Pompei emerge un antenato della pizza”.
Euronews, la prima testata giornalistica comunitaria, è invece affetta da indecisione. Il titolo è, infatti, vicinissimo a quello di Sky (Pompei, l’antenato della pizza raffigurato in un affresco) mentre nella didascalia alla foto si parla di “proto-pizza” e in calce, sotto l’ultima foto, prima delle pubblicità si legge: “Offerte simili sono raffigurate in circa 300 altri affreschi e opere d’arte nell’area di Pompei, nella provincia meridionale di Napoli”.
Un pentimento tardivo dell’autore, forse, che, nel corso del testo, ha affidato un commento all’archeologo Alessandro Russo che lavora presso il sito culturale di Pompei, sottolineando che “sebbene nel parco archeologico esistano dipinti di focacce e altre focacce con condimenti, questo ha una strana somiglianza con quella che oggi conosciamo come pizza”.
Fin qui dunque l’informazione generalista, che prova tuttavia a entrare nel dettaglio quando vuole insegnarci così una pizza: ”La classica pizza come la conosciamo oggi è fatta con due ingredienti principali che non erano disponibili 2000 anni fa, quando è stato realizzato questo dipinto: i pomodori, che sono stati portati in Italia dopo la colonizzazione spagnola delle Americhe nel 1500, e la mozzarella, che sarebbe diventata popolare intorno al 1200 nella stessa regione di Pompei”. Così scrive Euronews, così pensano in molti. Ai giornalisti che non si occupano di gastronomia, insomma, non la si fa: la pizza è col pomodoro! Con buona pace di Alexandre Dumas che ci parla della pizza con pesce e formaggio e delle tante testimonianze di Mastunicola, ben più datata delle nostre pizze “rosse” che – secondo alcuni – addirittura sarebbero novecentesche.
Tempo perso. L’articolo più divertente resta per. quello di Tiscali News: alla Sardegna questa storia non è proprio andata giù, a dire il vero. E così, in un articolo senza firma, si legge nel titolo: “La bufala della pizza millenaria di Pompei”. Il sommario recita poi senza mezzi termini: “In molti l’hanno descritta così esagerando e sbagliando”. Incuriositi, siamo andati fino alla fine dell’articolo per capire i motivi di tanta sicumera ed ecco che troviamo quanto segue: “A prendere le distanze dalla faciloneria di certi titoli è stata la stessa gestione del sito archeologico di Pompei che ha emanato una nota ufficiale in cui si legge: “Sembra una pizza, quello che si vede su un dipinto pompeiano di 2000 anni fa, ma ovviamente non lo può essere, a rigore, dato che mancavano alcuni degli ingredienti
più caratteristici, ovvero pomodori e mozzarella””.
Piccola svista o scivolone voluto? Tutto è partito proprio da quella nota, infatti e non il contrario… basta cercare date e orari delle pubblicazioni per capirlo.