Uno slogan ormai che nella mente di chi legge viene automaticamente associato a pizza napoletana o più genericamente ad una buona pizza, fatta secondo tradizione.
Una frase che per molte pizzerie viene usata come claim, quasi a voler sottolineare nelle parole “solo forno a legna” un valore aziendale forte, sinonimo di qualità e bontà, di maestria nel fare la pizza. Una vera e propria leva di marketing per certi aspetti. Se ci pensate bene sottolineando l’appartenenza alla tradizione è come se si stesse dicendo a gran voce “guarda che io la pizza la faccio come deve essere fatta”.
Stessa cosa succede all’estero, qui la dicitura “wood-fired” viene utilizzata quasi come sigillo di qualità e funziona da calamita, probabilmente per associazione alla pizza napoletana classica, ma non sempre poi con i risultati sperati.
Ma veramente un’ottima pizza passa solo dal forno a legna?
O le nuove tecnologie sono capaci di eguagliare il risultato?
Se il forno a legna per pane e pizza è stato per anni lo strumento di cottura indiscusso, capace anche di dare stile e personalità al prodotto stesso, grazie alle piccole bruciature, a croccantezze di diverso tipo e a quell’aroma di legno che impreziosisce il morso, nel corso degli anni i bistrattati forni elettrici sono stati innalzati a forni di livello e adottati con successo dai pizzaioli.
Oggi ci sono sempre più pizzaioli che abbandonano la legna per avvicinarsi ad altre forme di cottura, come il gas e l’elettricità. I motivi possono essere tanti, uno dei più diffusi è l’impossibilità dell’utilizzo del forno a legna per mancanza di canne fumarie, di spazi di magazzino dove stoccare il legname, di spesa anche di gestione. Anche se in Italia, rispetto all’estero, il forno a legna è ancora una realtà dominante.
Riuscite a immaginare Napoli senza?
“Se la pizza nel mondo si deve chiamare napoletana, allora deve essere cotta nel forno a legna”.
Questa è l’affermazione di Antonio Starita nell’intervista fatta nello scorso numero di Pizza e Pasta Italiana. E questa è anche una delle regole del disciplinare internazionale per la Vera pizza napoletana, la cui cottura “avviene esclusivamente in forni a legna per 60-90 secondi dove si raggiunge una temperatura della camera di circa 485 °C”.
Che sia il forno a legna a fare la pizza, specie quella napoletana, ovviamente è un mito e forse non sempre del tutto vero. Ovviamente la riuscita di una pizza non dipende certo e solo dal suo strumento di cottura, il fuoco non è la bacchetta magica che trasforma una pizza qualsiasi in un’ottima pizza. Quello che fa la pizza buona è tutto quello che sta dietro a quel disco di pasta prima di essere infornato. C’è lo studio e la realizzazione dell’impasto, l’adattamento
alle condizioni climatiche dell’ambiente, l’alchimia perfetta tra blend di farine, lieviti e idratazione per ottenere leggerezza e digeribilità, c’è la scelta delle materie prime e poi alla fine arriva la cottura.
E non è ammesso sbagliare, se non si vuole rovinare tutto il lavoro precedente.
Tipologia di forno, temperatura, umidità, tempistica di esposizione al calore tutto partecipa ad un ruolo cruciale, quanto le altre fasi di produzione, per la riuscita del prodotto che si vuole ottenere.