Cipolla rossa di Tropea IGP
Forse la più nota di tutte, dalla forma ovale, colore fucsia acceso – dovuto alle antocianine - e gusto dolcissimo, la Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP viene prodotta nella costa tirrenica calabrese medio-alta, in diversi comuni in provincia di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia. Diversi gli ecotipi - Tonda Piatta (primaticcia), Mezza Campana (medio precoce) e Allungata (di maturazione tardiva) - e le tipologie - Cipollotto, Cipolla da Consumo Fresco e Cipolla da Serbo – con periodi di raccolta diversi. Dalle fonti sembra che l’introduzione della cipolla nel bacino mediterraneo e in particolare in Calabria, si debba prima ai Fenici e poi ai Greci. Venduta ed esportata via mare in Tunisia, Algeria e Grecia, fu oggetto di recensioni entusiastiche di viaggiatori tra ‘700 e ‘800 a testimonianza di come il suo sapore peculiare fosse già apprezzato all’epoca. La piacevolezza al palato si deve a fattori genetici, climatici e pedologici, che di fatto rendono il prodotto irreplicabile se coltivato altrove. Dà il meglio di sé nella preparazione di insalate, in abbinamento con altre verdure e formaggi. Disidratata, può essere usata nella preparazione di sughi, mentre i bulbi di piccola pezzatura rendono al massimo nella preparazione di sottaceti. Ottima anche la resa di marmellate e mostarde, eccellenti se abbinate ai formaggi e alle carni.
Cipolla bianca di Margherita IGP
Andiamo in Puglia per un altro prodotto a marchio Igp: si tratta della Cipolla Bianca di Margherita, tipica della fascia costiera adriatica nel territorio del comune di Margherita di Savoia, in provincia di Barletta-Andria-Trani e dei comuni di Zapponeta e Manfredonia, in provincia di Foggia. Gli ecotipi sono Marzaiola o Aprilatica (tipologia precoce), Maggiaiola (medio-precoce), Giugnese e Lugliatica (di maturazione tardiva). Con i bulbi bianchi, ha sapore dolce e succulento, è tenera e croccante e molto zuccherina, particolarità che deriva dalla particolare tecnica di coltivazione, che si è sviluppata su terreno sabbioso, con falda acquifera molto superficiale. Riferimenti storici sulla commercializzazione si ritrovano agli inizi dell’Ottocento, anche se è solo dalla metà Novecento che la presenza sui mercati si fa più rilevante.
Indicata come contorno di piatti di carne o pesce, si presta ad essere cucinata in umido e sulla griglia, in padella o al forno. Si può usare anche cruda, in insalata, con patate lessate oppure cetrioli e carote, condita con olio extra vergine di oliva, o cotta, in zuppe e minestre.
Cipolla di Cannara
Le prime testimonianze risalgono al Cinquecento per questa varietà coltivata in provincia di Perugia. Ha sapore delicato e polpa tenera. Tre sono i tipi: la rossa, la dorata e la piatta, ognuna con caratteristiche diverse.
Cipolla di Certaldo
Presente già nell'antico stemma di Certaldo del XII secolo, questa delizia toscana è citata da Boccaccio nel suo Decameron, il quale sottolinea come quel “terreno produca cipolle famose per tutta la Toscana”. Ha gusto dolce e particolare (la dolcezza è della varietà ‘statina’, il pungente nella ‘vernina’), forma rotonda con caratteristico schiacciamento ai poli, colore rosso-violaceo con tuniche interne di color bianco-rossastro e pezzatura medio-grossa. Presidio Slow Food, è particolarmente indicata per preparare golose zuppe.
Cipolla belendina di Andora
Tra le provincie di Savona e Imperia, in Liguria, ecco un Presidio Slow Food che deve il suo nome all’agricoltore, Trentino Bellenda, detto Trentin (classe 1926), che ha iniziato a coltivarla, a produrre il seme e a distribuirlo ad altri contadini, salvandola dalla scomparsa. Secondo una leggenda popolare sarebbe arrivata dal mare, portata a inizio ‘800 da Settimio Denegri, giovane marinaio e poi contadino, mezzadro di una famiglia torinese che possedeva una grande proprietà ad Andora. È rossa, dolcissima ma con note piccanti, dalla forma a fiasco e dalle dimensioni molto grandi: può arrivare a superare il chilo. È adatta a diversi tipi di preparazioni e perfetta per condire la focaccia.
Cipolla rossa di Breme
Siamo in Provincia di Pavia, per una cipolla nota sin dal 900 d.C. Ha un ciclo di produzione molto lungo, realizzato manualmente. Il sapore è persistente ma pacato e si contraddistingue per una dolcezza che le è valso il soprannome “La Dolcissima”. Oltre ai piatti classici, è ottima per marmellate e mostarde ma anche per uno dei piatti tipici della zona, l’insalata bremese con cipolla, tonno e fagioli.