Perché se ne vanno?
Molti dirigenti scolastici, psicologi e giornalisti del settore hanno compiuto approfondite indagini e, mettendo il naso dentro ristoranti di città, di paese o stagionali, hanno scoperto che i lavoratori stranieri – cuochi, pizzaioli, camerieri – sono spesso più numerosi degli italiani. Interrogando i giovani che abbandonano il settore si scopre che le cause principali – soprattutto per gli italiani – sono il lavoro nei fine settimana, gli orari molto fluttuanti, le paghe piuttosto basse, l’enorme difficoltà a sviluppare una carriera soddisfacente.
Ci sono dei giovani e delle ragazze che lavorano nei locali delle spiagge che svolgono ogni anno le medesime mansioni dell’anno prima e, a fine stagione, non ricevono un qualche compenso di buonuscita che ritengono ampiamente meritato e, spesso, neppure un grazie, per cui, insoddisfatti dell’esperienza vissuta, scelgono di andare in fabbrica o emigrare all’estero. Dunque, da un punto di vista psicologico, lavorare nella ristorazione per un buon numero di giovani, anche in possesso di un diploma adeguato, non è premiante, non appaga, non dà soddisfazione, per cui ritiene sia meglio andarsene. Il risultato è che soprattutto i giovani, lavorando nel settore, non godono di un giusto “benessere” ma soffrono di un “malessere” psicofisico, non ricompensato neppure da una ricca busta paga.
I locali esemplari
Mi sono soffermato su alcune carenze ben note non solo al personale ma anche ai datori di lavoro, i quali, giustamente, fanno notare le crescenti difficoltà del loro lavoro, a cominciare dagli accresciuti costi di gestione – materie prime, acqua, gas, luce, tasse, affitto. ecc. – per cui devono stringere le spese del personale e quelle per l’acquisto della materia prima, anche se ci sono locali che, per fortunate circostanze, affrontano senza eccessive difficoltà gli accresciuti costi di gestione. In passato, ciò accadeva per i locali stellati, nei quali il costo di un pranzo era abbastanza alto; tuttavia, da un po’ di tempo, anche molti stellati sono in crisi e diversi hanno dovuto chiudere. Tenuto conto dei problemi reali, brevemente accennati, va subito detto che gestioni più facili e quindi più favorevoli al personale si hanno nei ristoranti dei grandi alberghi di diverse catene internazionali, dove la clientela non bada a spese. In questi ristoranti - l’ho visto ad esempio a Venezia dove i grandi alberghi delle catene internazionali sono in aumento – il personale si trova generalmente bene, i turni di lavoro sono precisi, i riposi assicurati, lo straordinario correttamente pagato e, soprattutto non mancano congrue mance della ricca clientela internazionale.