Anteprima Amarone 50°

Ricorre quest’anno il 50° anniversario della Denominazione di Origine Controllata Valpolicella (infatti il relativo disciplinare di produzione è stato emanato con DPR  21 agosto 1968). Per celebrare questo avvenimento il Consorzio di Tutela ha organizzato venerdì 2 febbraio nell’Auditorium Domus Mercatorum nel Centro Congressi della Camera di Commercio di Verona un incontro dal tema “Sustainable Winegrowing Summit” con la presenza di alcuni esperti provenienti da vari paesi.
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I lavori sono stati aperti con il saluto della direttrice del Consorzio Olga Bussinello  e moderati dal noto giornalista Maurizio Belpietro; hanno portato i loro contributi: dalla California Steve Lohr che oltre ad essere il presidente dell’associazione è anche un produttore di ottimi vini nelle zone Monterey, Paso Robles e NapaValley, poi Beth Vukmanic Lopez dell’ente di certificazione della qualità e Stefanie Bolton direttore del programma di viticoltura sostenibile “Lodi Rues”; Willi Klinger presidente dell’Austrian Wine Accademy nonché esperto di Marketing ed infine James Hook agronomo nella MCLaren Vale in Australia. Un segmento molto interessante e seguito da tantissimo pubblico di addetti ai lavori che alla fine ha posto parecchie domande ai relatori.
Dopo il light lunch dove è stato possibile assaggiare i vini sostenibili prodotti nei paesi di provenienza dei relatori, nel secondo segmento moderato da Mario Puliero sono intervenuti dapprima Andrea Sartori presidente del Consorzio per la Tutela dei vini di Valpolicella che ha fornito alcuni dati riferiti al 2017 (62 milioni di bottiglie prodotte nelle varie tipologie - Valpolicella, Valpolicella Ripasso e Amarone - per un volume di affari di oltre 600 milioni di Euro con export superiore al 65% in oltre 70 paesi al mondo).
Dopo l’avvocato Beatrice La Porta coordinatrice dell’Osservatorio sulla sostenibilità dei vini (una piattaforma web senza scopo di lucro che mira a raccogliere, condividere e coordinare esperienze sulla sostenibilità nel settore del vino) hanno preso la parola Carolyn O’Grady-Gold vice presidente di LCBO (Liquor Control Board of Ontario) il monopolio governativo del Canada, uno dei maggiori acquirenti e rivenditori al dettaglio di bevande alcoliche (con 900 fra negozi ed agenzie con un pacchetto di 24.000 prodotti) ed infine Kajsa Nylander Manager del Systembolaget, il monopolio Svedese (450 negozi e 500 agenti). Entrambe hanno precisato la crescente richiesta nelle loro aziende di prodotti sostenibili.
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Dopo questa giornata di convegno c’è stata la tanto attesa “Anteprima Amarone“ dove nell’arco di 3 giornate è stata presentata al pubblico l‘annata 2014 ma prima di parlare di questo avvenimento vorrei dare alcune notizie sull’Amarone. L’Amarone della Valpolicella, oggi considerato come il più pregiato dei vini veronesi e come uno dei più importanti vini rossi italiani, apprezzato da esigenti consumatori di tutto il mondo, nasce dall’evoluzione del Recioto (il Recioto è dolce e l’Amarone è secco).
Il nome di questo vino strutturato, Amarone, deriva dalla parola amaro che indicava il Recioto (di solito dolce) lasciato fermentare a lungo in botte fino a diventare secco e nasce nella primavera del 1936 ad opera del capo cantina, tale Adelino Lucchese, della Cantina Sociale della Valpolicella che trovò, tra le altre, una botte dimenticata piena di recioto. Spillando il Recioto Amaro da questa botte di fermentazione e avendolo con cura degustato usci con una singolare affermazione: “questo non è un Amaro, è un Amarone”. Quella parola magica diede il via alla produzione di questo fantastico vino; praticamente il Recioto, lasciato in botte, continua la sua fermentazione fino a diventare secco, gli zuccheri si trasformano in alcol facendo perdere la originaria dolcezza ed acquisendo quelle tipiche note di mandorla.
 
Di “vino amaro” si parlava sin dai tempi di Catullo (49 a.C.) che nel Carme reclama “calices amariores” (bicchieri più amari). Nel VI secolo Cassiodoro scrittore e ministro di Teodorico, re degli Ostrogoti, descrive un vino ottenuto con una particolare tecnica di appassimento delle uve chiamato Acinatico  (riconducibile al Rètico di Augusto) e prodotto in quel territorio denominato Valpolicella (nome che deriverebbe dal latino Vallis-polis-celae e potrebbe significare “territorio dalle molte cantine”).
L’Acinatico potrebbe quindi essere, a rigor di logica, l’antenato del Recioto e dell’Amarone; Sarayna nel 1543 parla dei vini della Valpolicella “neri, dolci, racenti e maturi“. Scipione Maffei esalta il vino amaro della Valpolicella ma forse il miglior giudizio é senz’altro quello di un gruppo di assaggiatori francesi che nel 1845 a Parigi degustando un vino “Rosso Austero Costa Calda” di San Vito di Negrar con 11 anni di invecchiamento lo descrivono “Supremo vino d’Italia… preferibile a diversi Bordeaux ed Hermitage”.
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Come si produce l‘Amarone?
Nel disciplinare di produzione i vigneti devono essere di Corvina Veronee  dal  45 al 95% (ammessa la presenza di Corvinone fino al 50%), Rondinella dal 5 al 30% con la possibilità di un ulteriore 25% di uve a bacca nera autorizzate nella provincia di Verona. Dopo la cernita dell’uva raccolta tassativamente a mano, un quantitativo massimo di 7800 Kg/ha si mette in fruttaio per l‘appassimento e qui rimane fino a dicembre. In questo periodo di tempo variabile da 100 a 120 giorni i grappoli di uva perdono quasi la metà del peso con conseguente concentrazione degli zuccheri, dei polifenoli e diminuzione dell’acidità; terminato l’appassimento le uve sono sottoposte a pigiatura cui segue la fermentazione ed un periodo di invecchiamento in botti di rovere per almeno 2 anni, l’imbottigliamento e un affinamento in bottiglia per 6 mei prima della commercializzazione.
 
L’Amarone presenta un colore rosso molto intenso tendente al granato e profumo che ricorda la frutta passita, il tabacco e le spezie, il sapore è fortemente fruttato, di spiccata fragranza, asciutto ma di molta morbidezza, con corpo pieno, caldo-corroborante e vigoroso; ha personalità forte e può superare i vent’anni di conservazione. Può essere prodotto anche nelle tipologie Classico, Valpantena e Riserva.
Ritornando ad Anteprima Amarone, nelle ampie sale del Palazzo della Gran Guardia, in Piazza Brà, sabato 3 febbraio, giornata riservata alla stampa, ho avuto l‘opportunità di assaggiare molti dei 43 campioni presentati dell’annata 2014 (dei quali 17 prelevati da botte), alcuni infatti erano andati esauriti quasi subito.
Come prima impressione, considerato anche il ristretto numero dei campioni, i vini assaggiati rispecchiano l’annata piovosa del 2014 (le uve non perfettamente sane non sono destinate ad evolvere senza storpiature) e qualche eccellenza la si può riscontrare solo su alcune produzioni di collina.
Ho avuto poi la possibilità di passare nei banchetti (erano presenti 71 produttori) dove ne ho potuto apprezzare molti di annate precedenti con molte eccellenze per quelli prodotti nel 2011, nel 2008,nel 2003 ed anche un 1998.
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di Luciano Cescon

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