La pizza di carne palermitana o “’a pizza ‘e carne” napoletana non sono un impasto di acqua, farina, lievito e sale, che viene condito o farcito con la carne ma un vero e proprio disco di carne tritata, formaggio, pane raffermo e uova (ricorda vagamente la consistenza di quello della polpetta), che viene steso in una teglia da pizza ed utilizzato come base per la preparazione!
Molto interessante a tal proposito il parere di Alessandro Pollastri, direttore commerciale di Glorioso, produttore siculo-piemontese di carni e preparati per B2B e Consumer. Pollastri ha diversi anni di esperienza nel settore e ha potuto osservare direttamente come si sia evoluta l’offerta negli ultimi tempi. “Oggi il mercato delle carni propone moltissime opportunità per il B2B ed i consumer”, ci dice Pollastri. "La crescita dei servizi ha interessato la macelleria industriale e questo ha dato l'opportunità alla grande distribuzione organizzata di proporre ai consumer anche singoli tagli di pregio, carni italiane e specialità estere, hamburger e bistecche disponibili ogni giornonei banchi frigo. Ovviamente provocando anche la ricerca di una maggiore shelf life, stando attenti a lavorare senza l’aggiunta di conservanti”. In merito a cosa sia accaduto all’offerta destinata al mercato B2B, Pollastri riferisce un ovvio riflesso: “I grandi produttori, seguiti da chi ha scelto di specializzarsi nelle forniture Ho.Re.Ca. hanno travasato l’esperienza di ricerca per dare l’opportunità di proporre piatti semplici da cucinare e riconoscibili da parte degli avventori. Pensate ad un bar con un banco, una lavastoviglie ed un microonde: grazie ai preparati pronti, oggi può offrire addirittura un’intera gamma di primi e secondi piatti ai propri clienti con menù anche articolati con i grandi classici: pasta al sugo, pesto, lasagna, pasta al forno ed hamburger, cotolette, salsicce, goulach, etc.
Abbandonando i precotti ed entrando nella ristorazione professionale, proprio la ricerca di una maggiore shelf life ci ha dato l’opportunità di proporre tagli di carne pregiati come il filetto, le lombate, la fiorentina ma anche semplici hamburger, potendo garantire la lavorazione della singola porzione da parte dei nostri macellai professionisti ed un incarto singolo, in skin-pack (un micro film che avvolge sottovuoto il pezzo di carne sul vassoio), in grado di preservare la freschezza anche per 30 giorni in frigo.
Per scoprire i segreti della macelleria tradizionale locale, mi sono rivolto ad un vero esperto: Pasqualino Costantini della macelleria Carni Doc di Città Sant’Angelo, in Abruzzo. Costantini dal 2007 gestisce una delle principali macellerie della zona, con una vasta scelta di carni nazionali e locali (tra cui anche i famosissimi arrosticini abruzzesi), di cui sono clientiaffezionati anche molti ristoratori. Insieme a Costantini, ho potuto esplorare numerosi aspetti relativi alla carne nella ristorazione e in pizzeria dal punto di vista squisitamente artigiano di chi lavora quotidianamente al contatto con i consumer e con la ristorazione, con un’attività familiare portata avanti da generazioni.
Come avviene la scelta dei fornitori di carni da parte del ristoratore? Cosa è necessario affinché si crei un rapporto di fiducia?
Prima di lasciarci Costantini mi consiglia poche ma interessanti suggestioni: “Il pollo viene spesso sottovalutato e ridotto come offerta ristorativa al solo petto in fettine o tagliate. Consiglio di utilizzare anche le parti meno nobili e spesso disponibili perché meno ricercate, come coscia e sovra-coscia. Con o senza pelle, basta farsele consegnare disossate e cuocerle alla brace, su piastra o impanate (passate nel pan grattato con il prezzemolo, senza uovo) e passate in forno: offronoun’esperienza sapida, croccante esternamente e morbida all’interno, oltre che leggero e facilmente digeribile, senza grassi aggiunti se non un filo di olio, che sicuramente verrà apprezzata da adulti e bambini. Oltretutto potrete risparmiare nell’acquisto rispetto al costo del petto. Per non dire dello spiedino di pollo, panato o avvolto in pancetta - prosegue Costantini. Lo rende più sapido e morbido, da fare sia in piastra che in forno." Capitolo a parte meritano le polpette, a seconda della zona e della tipologia di cucina, da poter fare al sugo o fritte. "Si può usare la parte anteriore del bovino - suggerisce Costantini - che spesso viene bistrattata e considerata più povera ma che, con carni eccezionali tra spalla e fiocco, è in grado di dare alle pol- pette un aspetto magro e compatto delle carni, che però saranno tenere e succulente all’assaggio". Per la preparazione, basta un recipiente per impastare gli ingredienti (anche in questo caso ogni regione ha le sue preferenze) ed una piastra con un tegame per il sugo o la friggitrice. Sicuramente le polpette restano un must della nostra cultura gastronomica nazionale al quale nessuno sa dire di no! Rimanendo nelle parti anteriori del bovino, sempre con spalla, copertina o aletta, si può ricavare uno spezzatino particolarmente morbido e saporito, che non ha bisogno di cotture estreme e che nuovamente potrebbe essere un piatto “special” da avere settimanalmente in carta.
Domenico Maria Jacobone