Digital Boom

I numeri del mercato del food delivery tramite app in Italia.

Alcuni professionisti della ristorazione ritengono che il mercato del digital food delivery (ossia quello di ordinare cibo a domicilio tramite una app e non attraverso una telefonata) sia un trend passeggero, nato come risposta di sopravvivenza del settore durante il lockdown imposto dall’emergenza pandemica del 2020. Nulla di più sbagliato.

A smentire questo falso mito sono i dati: nel 2018 poco più di un Italiano su 10 sceglieva di ordinare tramite app mentre l’anno successivo questo segmento rappresentava ben il 18% del mercato e la crescita tra 2019 e 2020 è stata in realtà di soli due punti percentuali. I numeri del mercato del food delivery tramite app in Italia A rivelarlo sono i dati dell’ultimo Osservatorio nazionale costruito da JustEat e pubblicato a fine 2020. Perché questo dovrebbe interessarci? La risposta è semplice: perché questo significa che, indipendentemente dalle emergenze, le persone hanno iniziato a cercare l’esclusiva intermediazione dello smartphone per i propri ordini, ritenendo meno attrattiva la telefonata alla pizzeria sotto casa. I motivi possono essere tanti: sull’app il tuo ordine è tracciato, sai a che ora arriverà (con uno sfasamento massimo di un tempo variabile a seconda delle richieste), l’indirizzo di consegna lo inserisci tu ed è geolocalizzato e soprattutto sei tu stesso a vedere con i tuoi occhi quale pizza o piatto hai scelto, non avendo il dubbio (protratto spesso fino alla consegna) che la persona alla cassa, tra un conto e una fattura, abbia recepito male la tua comanda. Ma chi sono i clienti del digital food delivery e dove vivono?
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Stando ai dati JustEat del 2020, per il 55% si tratta di Millennials e di Generazione Z (ovvero persone nate tra la fine degli anni '90 e i primi dieci anni del terzo millennio). Le città in cui si ordina di più sono invece quelle dell’Emilia Romagna (soprattutto Rimini) e della Lombardia, con un’eccezione per una sola città del Centro-Sud (al terzo posto): Taranto.

Inutile dire che tra i prodotti più richiesti vi sia la pizza, seguita da hamburger e sushi: i panini nel 2020 erano solo al settimo posto ma stavano già ampiamente crescendo le poke. Secondo BVA Doxa, i profili di chi ordina online sono essenzialmente quello della donna impegnata e della “smart family” (sempre connessa o “distante”, per cui il cibo è un modo per stare insieme) ma un posto di riguardo merita anche il ragazzo che ama organizzare feste in casa. Perché si ordina online?
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Nel 56% dei casi perché si è stanchi mentalmente e si cerca relax e si sceglie cibo a domicilio soprattutto quando si è in compagnia della famiglia (39% dei casi) o del partner (30%). Pochi sono quelli che ordinano cibo quando sono tristi: poco più di un Italiano su 5.

Interessante è poi vedere quali cucine siano cresciute e dove: a Firenze per esempio tra il 2019 e il 2020 la richiesta di gelato è aumentata di sei volte rispetto all’anno precedente, a Padova di quattro; a Rimini una crescita del 220% ha interessato la piadina mentre a Napoli è cresciuta del 150% la richiesta di poke. Contrariamente a quanto si possa pensare, poi, al Sud si richiede più hamburger che pizza mentre al Nord ovviamente sushi e poke la fanno da padrona. È solo sul totale delle ordinazioni che la pizza però vince di misura. Un’ultima curiosità prima di lasciarvi al resto del giornale: sapete quanto vale il mercato del digital food delivery in Italia? Secondo il sito foodaffairs.it, ha movimentato nel 2021 1,5 miliardi di euro, con una crescita del 59% rispetto all’anno precedente. E sapete quanti locali hanno scelto lo scorso anno di affidarsi al digital food delivery? Il 50% in più rispetto al 2020. Non vi resta dunque che girare pagina e iniziare con noi questo viaggio alla scoperta di storie, tecniche, strategie e azioni di marketing per affrontare la giungla di questo segmento di mercato solo apparentemente semplice.
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a cura della redazione

Marzia Buzzanca

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