E' possibile conoscere la filiera del pane e della pasta?
Il mercato globale del grano e i suoi effetti molto negativi per l'economia italiana: problemi e proposte
È ormai risaputo che la produzione del grano che avviene in Italia riesce a soddisfare poco più di un terzo del reale fabbisogno interno, per cui i restanti due terzi devono essere importati dall’estero, tenendo conto che una notevole quantità di pasta prodotta in Italia prende poi la strada dell’estero. E poiché il grano estero, proveniente dall’Est europeo, soprattutto dall’Ucraina, dalle Americhe e da altre parti ancora, di cui spesso non si conosce l’origine, le tecniche produttive e il modo di conservazione, costa molto meno del grano italiano il rischio è che molti agricoltori abbandonino la produzione di grano facendo diventare l’Italia ancor più dipendente dall’estero.
Come riportano i media e come puntualmente precisano le Associazioni di categoria, all’inizio dell’estate un quintale di frumento duro nazionale valeva 19 euro a Foggia e a Bologna restava appena sopra i 20 euro.
Non è compito di una rivista come questa affrontare le grosse problematiche che riguardano il complesso mondo del grano e della farina con conseguenza sulle attività produttive di pasta e pane, anche perché le possibili soluzioni passano attraverso seri accordi internazionali e soprattutto una più moderna organizzazione produttiva e commerciale in Italia, tutte cose che riguardano il Governo, le Regioni, le Associazioni di Categoria e ancor più una più concreta e capillare educazione alimentare degli italiani, che non passa purtroppo attraverso le tante trasmissioni pseudo gastronomiche delle varie TV.