In questo mese ci soffermiamo su aceti di alta qualità prodotti da diverse aziende vitivinicole italiane, per allargare la gamma delle proprie offerte. Chiaramente non si tratta, in questi casi, di aceti prodotti in velocità, come spesso avviene per gli aceti cosiddetti industriali, che si acquistano nei supermercati anche a meno di un euro il litro e di cui scriveremo il prossimo mese, bensì di aceti del tutto particolari, qualitativamente pregiati, molto apprezzati dagli intenditori. Naturalmente questi aceti davvero speciali non sono tutti uguali, né prodotti allo stesso modo e, per fare un esempio che ci sembra molto significativo, racconto qui come lo prepara una primaria azienda vitivinicola veneta, partendo da uve di Cabernet, accennando anche a possibili varianti operative (non tutte le aziende acetificano allo stesso modo). Nell’azienda che ho visitato c’è la meditata preferenza di un’uva ottenuta da un vitigno di origine francese (a sua volta lontanamente derivato da un vitigno importato dalle legioni di Giulio Cesare oltre due millenni or sono), presente nel Veneto Orientale dalla fine dell’800 e diffusosi soprattutto dopo la prima guerra mondiale.
Sottolineo questo perché, dopo un così lungo tempo il vitigno si è acclimatato nel nuovo habitat, ha assunto nuove caratteristiche, differenziandosi dai fratelli rimasti nelle vigne di Bordeaux e della Valle della Loira. Come produce il proprio aceto l’azienda veneta che cha suscitato il nostro interesse? Le uve di Cabernet vengono vendemmiate a piena maturazione e vinificate con grande cura come se si dovesse ottenere poi un grande vino da bottiglia. Ed è proprio una scrupolosa lavorazione in fase di pigiatura e fermentazione la premessa indispensabile per ottenere un aceto pieno e fragrante. Dopo le operazioni iniziali, come si fa per tutte le produzioni di pregio, il vino fresco viene immesso in fusti d’acciaio dove rimane a maturare per 8-10 mesi dopodiché viene traferito nell’acetaia. E qui inizia una sua nuova vita. L’acetaia, infatti, è un settore a sé della cantina, ben separato e lontano dalle altre botti e qui, nel silenzio e nell’oscurità, immesso nei nuovi serbatoi, preferibilmente in legno, il vino inizia a trasformarsi in aceto, utilizzando l’antico metodo a truciolo.