Come si sottolinea da più parti, la pandemia da Covid-19 è stata un grande acceleratore dell’influenza della tecnologia sulle nostre scelte quotidiane e ha mutato alcune abitudini rendendo il nostro approccio meno ritroso alla food delivery, alla spesa a domicilio e all’attenzione su igiene e sicurezza alimentare.
Negli ultimi mesi, con la crisi energetica ed alimentare derivante dall’invasione dell’Ucraina, abbiamo anche cominciato a rivedere i parametri di sostenibilità e a ricercare consumi consapevoli.
Nel 2017 sul mercato si è affacciato Deliveristo, marketplace B2B dedicato esclusivamente alla ristorazione professionale, che mette in contatto i player Ho.Re. Ca. con aziende dell’agrifood, realizzando un’accurata selezione di prodotti. Deliveristo, seguendo un modello di drop-shipping (cioè: l’ordine arriva dal ristorante al produttore, che si occupa direttamente di consegnarlo), offre un catalogo in costante ampliamento, digitalizzando la filiera e mettendo in contatto diretto chef e produttori. Passando alla produzione agricola, alle porte di Milano si trova Planet Farms, una tra le più grandi fattorie verticali d’Europa. Planet Farms ha ingegnerizzato una produzione fortemente automatizzata e sostenibile di insalate, che vengono coltivate senza pesticidi, a residuo zero e con un ridotto consumo di acqua. Il più grande lavoro è stata la selezione di sementi puri, di piante che con i cambiamenti climatici potrebbero non essere più coltivabili in campo e che invece - grazie alla futuristica tecnologia impiegata - trovano un nuovo habitat.
Non possiamo dimenticare le donne imprenditrici del settore.
Tra l’altro, la Germania ha da poco posto il veto ai contenitori cibo per delivery usa e getta e, nell’immediato futuro, questa potrebbe essere la nuova rivoluzione nel mondo della delivery!
Sempre più spesso si parla della difficoltà nel reperire e gestire il “capitale umano” nella ristorazione: il personale.
di Domenico Maria Jacobone