Uscito da una scuola seria dove ha acquisito molte notizie sulle farine, sui lieviti, sulle farce, sulle attrezzature, sui forni, sulle tecniche di cottura, deve svolgere un adeguato periodo di apprendistato presso un pizzaiolo che gli fa da tutor e potrà assumere direttamente la responsabilità di un forno dopo che avrà acquisito tutte le conoscenze culturali e tecniche e la manualità necessarie per produrre da solo delle ottime pizze.
Ma ancora non basta, perché il mondo della pizza corre velocemente. I mulini producono nuove farine, l’industria mette a disposizione sempre nuovi prodotti per le farce, si evolvono i forni, cambiano i gusti dei consumatori e se un pizzaiolo non vuole essere cancellato dal mercato non solo deve adeguarsi al nuovo sempre in arrivo, ma deve impossessarsene da quell’artigiano professionista che deve essere.
Per fortuna il pizzaiolo non è solo: ci sono scuole non solo di base, ma di perfezionamento, scuole cioè di secondo e di terzo livello, frequentando le quali può diventare anche maestro e/o tutor di pizzaioli apprendisti, avendo acquisito in anni di lavoro e nei corsi di specializzazione anche le conoscenze psicologiche per rapportarsi al meglio con i suoi allievi.
E per sapere se è al passo coi tempi? Il bravo pizzaiolo che vuole crescere partecipa a tante manifestazioni, si confronta coi colleghi, impara sempre qualcosa di nuovo, partecipa alle gare, come, ad esempio, alle principali manifestazioni tipo il Campionato del Mondo in Italia o le spettacolari gare di Las Vegas negli USA. È così che il pizzaiolo acquista una seria e solida cultura professionale, quell’elemento immateriale ma fondamentale, senza il quale si affonda nell’anonimato.