La Social Pizza alla Triennale di Milano

La Triennale di Milano è dal 1933 la location dedicata al design, alla modernità e alla ricerca nell’architettura del capoluogo meneghino. In un luogo dove si incontrano le ultime tendenze della cultura moderna anche il piatto simbolo della tradizione italiana trova posto: la pizza, o meglio una social pizza. Negli spazi del caffè al piano terra della Triennale di Milano, tra i nuovi t table in legno prodotti da lightsOn su progetto di Giulio Iacchetti e il tavolo Fra – Thin di Matteo Ragni, arriva la pizza a completare l’offerta ristorativa del gruppo Vista di Ugo Fava, Stefano Cerveni e Marco Giorgi.  Entrando nell'androne severo della Triennale, l'aria che si respira è - com'è giusto che sia - istituzionale. Quello che però colpisce è il movimento delle persone che alla Triennale vengono sì per l'arte e il design, ma anche per quella socialità naturale che qui si crea in maniera automatica. E che da oggi trova un'altra espressione nella pizza.  Ma non si tratta di una pizza qualunque: quella che arriva è la Social Pizza.
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Una pizza che non vuole essere larga sottile a “canott” o gourmet, ma una pizza buona, bella e anche leggera. Una pizza voluta da Stefano Cerveni e Ugo Fava, ma che porta la firma di Cristian Marasco con cui c’è subito stata affinità di pensiero: esperto pizzaiolo di origini campane cresciuto a “latte e pizza”, che ha conquistato il successo partendo dal locale di famiglia – Grotta Azzurra - a Merate in provincia di Lecco. Una pizza – in linea appunto con la filosofia di Terrazza Triennale – dove la materia prima e il piacere del gusto devono venire prima di tutto, seguendo le stagioni e un km sensato, e facendo uso sapiente del lievito madre, utilizzando prodotti DOP e Presidi Slow Food, oltre ad una mozzarella al 100% di latte lombardo, prodotta giornalmente da casari esperti con latte di Razza Bruna della Valtellina. Una Social Pizza, che non fa riferimento ai social network, ma che invita alla condivisione umana, all’amicizia, allo stare insieme intorno al tavolo in maniera informale e rilassata.
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D’altronde la pizza si sviluppa storicamente come cibo del popolo, ricetta della tradizione napoletana rivolta a tutti,  piatto quotidiano a pranzo e a cena, e solo oggi l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Una pizza declinata in più versioni che spaziano dalla più classica Margherita DOP con Pomodoro San Marzano, Fiordilatte del Casaro, Parmigiano e Olio Evo alla Marinara ai 4 Pomodori (San Marzano, Pachino sicicliano, antico pomodoro napoletano e Piennolo che cresce alle pendici del Vesuvio); dalla Siciliana che aggiunge Mozzarella di Bufala Campana, olive, Capperi di Salina, Alici di Cetara, alla Ricotta ’nduja con la tipica salsiccia calabrese di Spilunga.
Ci sono poi pizze speciali come La 4 formaggi Italia - Francia, che mescola Fiordilatte del Casaro, Crème fraiche d’Isigny, Camembert e un erborinato naturale di Guffanti al miele di melata e Bambino Felice con Wurstel di Pollo e patate al forno con oli e rosmarino, con proposte che ruoteranno nel menu ad ogni stagione. A queste si aggiunge anche la Gambero Rosso, con Gamberi Rossi di Mazara del Vallo, stracciatella pugliese, erba cipollina e chips di patata viola, che porta sulla pizza la nota distintiva di Stefano Cerveni. Social Pizza è una pizza a lunga lievitazione: un impasto che lievita minimo 48 h prima di essere utilizzato, composto da un blend di farine 100% italiane e 100% bio (in parte macinate a pietra, quindi poco raffinate, che lavorano il chicco intero; in parte macinate a cilindro): tutte caratteristiche che rendono la pizza più facilmente digeribile.
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Alla Triennale viene cotta in un forno elettrico di ultima generazione capace di avvicinarsi il più possibile alla cottura nel forno a legna. In virtù della partnership esistente tra la Triennale di Milano e il Consorzio Prosecco DOC, sarà inoltre disponibile una carta vini dedicata al Prosecco DOC, con diverse etichette da abbinare alle varie tipologie di pizza.
Dove?
 
Viale Emilio Alemagna, 6 Milano 
 

Cristian Marasco

Grotta Azzurra, Merate - LC

Classe 1978, è un pizzaiolo che può oggi vantarsi di aver raggiunto il suo sogno di bambino, quando a 7 anni, impastava le pizze nel ristorante di famiglia, mettendosi in piedi su una cassetta dell’acqua. Nato a Lecco da famiglia di origini campane, è cresciuto a “pizza e latte”, accumulando esperienza nel settore (attraverso corsi e master di specializzazione) e premi in Italia e all’estero. Oggi gestisce tre ristoranti (a Merate, a Bonate Sopra e a Malgrate) oltre a seguire la consulenza con Triennale Social Pizza (a Milano).

La sua soddisfazione più grande, non sono stati premi ed onorificenze, ma l’aver insegnato a fare la pizza a ragazzi con il 100% delle disabilità, vedendoli ripetutamente tornare nel suo locale.
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La Redazione

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