Parma, città creativa per la gastronomia
Storia, arte, cultura, gastronomia e sapienza organizzativa hanno fatto della bella città emiliana un grande esempio da imitare.
Poco più di un anno fa, dopo molti anni di severo impegno delle istituzioni locali e regionali, la città di Parma è stata dichiarata dall'Unesco "città creativa per la gastronomia" ed era la prima volta che una città italiana riusciva a ottenere questo importante riconoscimento internazionale.
La prestigiosa qualifica, giunta qualche mese prima dell’apertura della grande fiera Expo di Milano, successo per la stessa città e per l’Italia intera, è stata il riconoscimento da parte di una importante organizzazione dell’ONU, qual è l’Unesco, “che il cibo, come ebbe a dichiarare il Ministro delle Politiche agricole e forestali Maurizio Martina, non è solo un prodotto commerciale ma il simbolo di una comunità, il risultato di un processo identitario che dimostra la nostra creatività, anche in questo campo. Nessuno potrà replicare la capacità di chi il cibo lo produce e lo rende unico al mondo".
Parma, d’altronde, per una sua specifica vocazione, sostenuta da un impegno ininterrotto, merita appieno questo riconoscimento e non solo perché la locale Università ha un prestigioso corso di Laurea in Scienze Gastronomiche e perché nella sua provincia ha, nella Reggia di Colorino, il più autorevole centro di alta formazione per operatori di cucina a livello internazionale, l’ormai celeberrima ALMA. Parma è anche il nome che qualifica due straordinari prodotti agroalimentari: il formaggio Parmigiano-Reggiano e il Prosciutto di Parma e poi ancora il Culatello di Zibello, che ha nell’Antica Corte Pallavicina dei fratelli Spigaroli il luogo più significativo. Come la Corte Pallavicina appena citata, non mancano in città e nel territorio d’attorno ristoranti importanti dove i prodotti locali sono trasformati in eccellenti delizie gastronomiche, nel rispetto dell’identità d’una terra famosa nel mondo.